Lapisvedese

Polvere

Posted in #14 Citofono, Antipasti e spuntini by Lapisvedese on 16 ottobre 2012

La signora Iride scende tutte le mattine la scalinata del condominio, il panno sul corrimano accompagnato dalla mano destra, la schiena incurvata dal peso del secchio.
La signora Iride ha i capelli bianchi, c’è chi dice dalla notte del 12 dicembre del ’69, quando suo marito non fece ritorno a casa col treno della sera, e neppure con i successivi convogli della notte. Veste sempre di nero e grigio, lo scialle puntato davanti con una grossa spilla da balia, a coprire il proprio dolore con l’ostinata pudicizia dei vecchi.
Toglie polvere, la signora Iride, e ne ha assunto col tempo il colore. Rimuove fuliggine. Raccoglie carte e vari involucri dal marciapiede. Dietro le spesse lenti cela occhi attenti, meticolosi. Le mani deformate, con le falangi come nodi di un vecchio ramo, le unghie piccole, la fede stretta.
Raccoglie polvere con cura, perché è quello che il mondo si scrolla di dosso ogni giorno: cute, capelli, cibo frantumato, catrame e pollini, inchiostro e parole non dette, acari e chitina, semi e ali di insetti, sangue e ossa, ricordi.
La radio è spesso accesa, nella sua portineria, sempre a volume discreto. Stamani racconta di esplosioni e sangue sparso.
Asciuga una minuscola macchia sulla scala, la signora Iride. Polvere impastata di lacrime.

AN

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