Lapisvedese

Omaggio a Luigi Ghisleri

Posted in Eventi by Lapisvedese on 2 agosto 2010

[Intervento letto durante l’incontro Omaggio a Luigi Ghisleri, presso Arci Festa, Cascinetto, Cremona, giovedì 29 luglio 2010]

In qualità di membri del collettivo che gestisce la rivista Lapisvedese vogliamo portare – nel nostro piccolo – il nostro ricordo della figura di Luigi Ghisleri. Nel nostro percorso culturale, durante il nostro primo anno di vita, abbiamo sempre pagato una sorta di debito con la città, ma abbiamo scelto di parlare apertamente di Cremona solo con il terzo numero, intitolato “Antigrammatico”, dedicando molto spazio al tema del volto della città. Per recuperare l’immagine storica di Cremona, parzialmente nascosta in quella attuale, abbiamo preso a piene mani dal materiale di Ernesto Fazioli di Cremona rifabbricata e abbiamo incontrato lo stesso Luigi Ghisleri, con il quale abbiamo concordato di presentare pubblicamente “Antigrammatico” proiettando il video da lui realizzato, dal titolo Cremona il centro storico.
Alla base della nostra analisi c’era la necessità di affrontare quella che Luigi Ghisleri ha descritto come una tragedia collettiva: la distruzione della nostra memoria attraverso la demolizione della città storica e la riscrittura della sua fisionomia. Quello che siamo riusciti a fare, utilizzando il suo esempio e affidandoci al materiale di Fazioli, è stato quello di rintracciare le fasi di questa perdita. Quello che c’era prima e che ora non c’è più. La città come insieme di spazi e di architetture, e in tutto questo gli uomini, costretti a seguire lo scenario che cambia. Per quelli della nostra generazione la città non ha che un volto, l’ultimo disponibile, e la sua storia è quasi indifferente. Senza un riferimento precedente, senza una memoria, la città potrebbe non avere mai avuto nessuna trasformazione, nessun significato. Ciò che ci resta invece, ciò che ci è stato lasciato, ci mostra le differenze, ci svela il passaggio della storia. Qualcosa è accaduto anche qui, qualcosa è stato.
È anche per questo che l’uscita di “Antigrammatico” ha rappresentato un passaggio determinante per la nostra esperienza letteraria e culturale. Per la prima volta ci siamo accorti di una continuità che esiste con l’attività di chi prima di noi ha lavorato con determinazione per l’analisi e la descrizione del volto della città che cambiava e delle opportunità offerteci da questa continuità. Cosa possiamo capire del nostro spazio, se vogliamo farci sedurre dal luogo e dalle persone, lo dobbiamo a quello che figure di riferimento come Luigi Ghisleri, con Ernesto Fazioli e Danilo Montaldi, ci hanno lasciato. E oltre a loro Renato Rozzi, fonte orale vivente di una memoria storica insostituibile. Loro rappresentano, più o meno direttamente, i nostri riferimenti “adulti”, consolidati e affidabili, il nostro legame con chi può aiutarci a comprendere la storia recente della nostra città. Il nostro debito perciò non è solo verso Cremona perché le apparteniamo per nascita, come direbbe Renato Rozzi, ma con tutti quanti hanno lavorato per comprendere, descrivere e tramandare la memoria della città e il suo percorso storico.
Il nostro è un lavoro che amiamo definire agri-culturale, perché basato sulla volontà di affrontare a mani nude la questione di essere giovani a Cremona: matita su foglio bianco, ci raffrontiamo continuamente con la nostra identità di cremonesi e con l’eredità culturale che in qualche modo ci sentiamo sulle spalle. Naturalmente siamo perfettamente consci del fatto che nessuno ci ha affidato questa eredità, e che se da una parte siamo andati noi a cercarcela per provare a farcene carico e per provare a continuare il lavoro di chi è venuto prima di noi, dall’altra parte non abbiamo fatto altro che accettare il fardello della cremonesità, che non si può lasciare né ignorare.

SG

Una Risposta

Subscribe to comments with RSS.

  1. Silvia said, on 5 agosto 2010 at 21:19

    Ho conosciuto Luigi da vicino in una traiettoria imprevedibile che avvicinava me, giovane esploratrice inesperta, alla scoperta del modo della cura artistica al lui, autore, con una grande saggezza umana e culturale, esperienziale.
    Ha sempre sorriso di fronte alla mia appassionata ricerca, a volte un po’ ingenua; l’ha sempre incoraggiata con le sue parole e la sua espressione interessata, sempre arguta, anche quando forse era stanco o affaticato…
    Era in prima fila con me durante la notte del video, nelle belle stanze di Daniela Rallo a Cremona, nel 2009, con sguardo vorace ed onnivoro, domande accurate che richiedevano risposte in grado di farti pensare davvero a quello che stavi dicendo e al destinatario per cui avresti parlato.
    Quando gli spiegavo una mia idea, un embrione di progetto, Luigi ha sempre avuto una risposta positiva per il futuro e per il nuovo, l’inesplorato.
    Non conoscevo, e non conosco, davvero Luigi; ma grazie a lui ho scoperto che si può imparare tanto dall’esperienza di chi è stato davvero in mezzo agli uomini per imparare, scoprire, lottare.
    Un abbraccio Luigi,
    Silvia


Lascia un commento