Lapisvedese

Il monopolio della cura

Posted in #02 Epidemia by Lapisvedese on 3 agosto 2009

Il tema che abbiamo scelto per questo numero è particolarmente attuale. Così attuale che l’osservatorio mondiale per la sanità ha da poco incrementato l’allarme per l’influenza suina da 5 a 6. Alcuni anni fa era stata la volta dell’influenza aviaria, grave forma di male che ha mietuto vittime soprattutto nei cosiddetti “Paesi in via di sviluppo” oltre che, ovviamente, milioni di pennuti. Prima ancora era stata la volta della mucca pazza, animali ai quali venivano fatti mangiare i propri simili sperando così di riuscire a creare una sorta di ciclo virtuoso in cui sarebbero state sufficienti due mucche per riuscire a perpetrare la specie in eterno. Il primo pensiero va, dopo avervi citato questi esempi, alle vittime di questi mali. Ma pensare alle morti causate in tutto il mondo mi fa venire in mente tutte le compagnie farmaceutiche che, avendo a disposizione farmaci per curare o contrastare il diffondersi dell’epidemia, si sono arricchite sulle vite di queste persone e sulla psicosi allarmista che la stampa e gli altri mezzi di informazione hanno creato fra la parte, ovviamente, ricca del globo. Da questo traggo l’incredibile attualità del nostro tema, perché proprio in questo momento stiamo vivendo in un sistema malato, infettato da un male radicato talmente a fondo che nemmeno ci accorgiamo più di quanto sia potente e pericoloso, ma che può essere mostrato solo utilizzando i mezzi che esso stesso ha a disposizione per estendere sempre di più il contagio. Quello a cui mi riferisco è ciò che emerge dalle immagini e le notizie di un telegiornale, è quello che leggiamo nelle colonne di un quotidiano o dalle informazioni che circolano sulla rete. La libertà di informazione, unita all’immediatezza e alla diffusione di internet, ha molti pregi e dei meriti indubbi, primo fra tutti quello di riuscire a rendere possibile un sistema di governo in grado di garantire le libertà, prime fra tutte di pensiero e di parola, delle persone che vivono al suo interno. Le libertà di pensiero e di stampa sono gli strumenti che permettono il formarsi di una coscienza critica, indispensabile per una società che si professa democratica, multiculturale e sostanzialmente libera. La controparte ai pregi della libertà e della diffusione dell’informazione risiede però nel possesso e nella censura operata da chi, appunto, li possiede. In Italia abbiamo un caso lampante di questo: chi è a capo del governo di questo Paese, governo democratico che difende i diritti delle persone, sia che lo scelgano come forma rappresentativa sia che invece si esprimano diversamente, e che quindi dovrebbe ricercare una sorta di bene comune in cui tutti possano riconoscersi, è anche la persona più ricca e potente del Paese stesso. Come se già questo non fosse abbastanza insolito, la sua anima imprenditoriale lo porta a cercare di convincere milioni di persone che i propri interessi, anche privati, sono anche i loro. La sensazione di incredulità che già questo trasmette è rafforzata dal fatto che è il possessore, diretto ma soprattutto indiretto, di numerose testate giornalistiche e reti della televisione nazionale, che risultano essere dipendenti da lui e sulle quali opera con una forza di coercizione drastica e di censura in stile medievale. Al di là di simpatie o antipatie, proprio sotto le elezioni ha mostrato di quanto potere dispone e di quanto sia estesa la sua influenza. Dopo aver monopolizzato le immagini nelle reti di famiglia, è riuscito a fare quasi altrettanto con la tv pubblica, con la sola esclusione di Rai Tre e del suo telegiornale, mettendo come direttori di rete uomini di sua fiducia, che sistematicamente tacciono le notizie che gli creano fastidio. Con la carta stampata, tranne le testate che lo difendono o che comunque gli sono di gradimento, è oramai guerra aperta: vedi i ripetuti attacchi alla stampa “comunista”, che gli chiede ragioni e giustificazioni di situazioni poco chiare per il rappresentante di un Paese, come il caso Noemi o le feste a Villa Certosa. Richieste che vengono sistematicamente svicolate e ribaltate come attacchi personali, mirati ad infangare la reputazione di un uomo che lavora dalla mattina alla sera per il bene del Paese. Le foto o dichiarazioni che potrebbero rendere il senso del clima surreale nel quale viviamo sono state censurate e ne viene impedita, anche a livello legale, la pubblicazione (tanto che la stampa nazionale è costretta ad andare a recuperare foto e documenti da giornali esteri, i quali sono stati minacciati di querela). Questa situazione è definibile da una sola parola: grottesca. Ma, in fin dei conti, in Italia siamo governati da chi ci meritiamo, lui è stato scelto da non so quanti milioni di persone per poter continuare a governare e a rappresentare il Belpaese nel mondo. La cosa che rimane ancora un mistero è il perché un numero così elevato di persone possa sopportare di essere guidata da chi prima pensa agli interessi propri e di un limitato gruppo di persone, e poi, risolte le proprie magagne, soprattutto con la legge, sistemati amici, parenti e stretti collaboratori, aziende, giornali e reti televisive, allora forse si ricorda che… Aspettiamo e vedremo.

DF

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